Secondo i recenti dati Nielsen, gli investimenti pubblicitari in Italia sono scesi nel primo trimestre del 18,9% a 1,6 miliardi di euro, con perdite tra il 20% e il 30% per i principali media.
Marzo è andato peggio dei due mesi precedenti, che insieme avevano registrato una contrazione del 16,5% (-15,3% gennaio, -17,7% febbraio).
La raccolta della Tv registra nei tre mesi un calo del 19,1%, i quotidiani segnano -26,1% e i periodici -22,3%. Piccolo rialzo per Internet con +2,1%, in calo del 19,2% la radio.
Guardando ai settori merceologici, le aziende dei primi cinque comparti (alimentari, auto, tlc, farmaceutici/sanitari e media/editoria) hanno ridotto gli investimenti tra il 15% e il 30%.
Mentre tutti gli altri principali media riportano perdite comprese tra il -20% e -30, il valore del mercato pubblicitario su Internet, invece, registra un +2,1% nel primo trimestre 2013.
Il web emerge, in sostanza, come l’unico medium in controtendenza. Ma la sua performance non brilla, perché dall’inizio dell’anno anche la pubblicità sul web sta continuando a calare.
A gennaio 2013 il mercato pubblicitario su Internet aveva fatto registrare un rassicurante +9%, ma poi era stato investito in pieno, così come gli altri mezzi, dallo stallo politico istituzionale e dei consumi, e aveva segnato un +1,5% a febbraio, che aveva portato il bimestre a +5%. E adesso dalla trimestrale emerge un “debole” + 2,1%.
Un altro segnale del calo degli investimenti arriva dai canali kids sui quali diminuiscono gli spot.
Nonostante l’audience in crescita, gli investimenti sono passati dai 24 milioni nel 2010 ai 68 milioni circa di fine 2012: i 6,4 milioni raccolti nel primo bimestre dell’anno sono il 25% in meno rispetto a quelli di gennaio-febbraio 2012.
Internet si conferma come media emergente e strumento fondamentale di marketing ma non ancora come alternativa – per gli utenti come per gli inserzionisti pubblicitari – a vecchi medium come la televisione.