Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale (AI) è entrata con forza in ogni ambito della comunicazione, rivoluzionando anche il settore della comunicazione istituzionale. Se prima i messaggi provenienti da enti pubblici, università, Comuni o ministeri erano veicolati esclusivamente da comunicatori e uffici stampa, oggi si aprono nuove possibilità – ma anche nuove sfide – grazie all’adozione di strumenti basati sull’AI.
Vediamo nel dettaglio cosa cambia, quali sono i vantaggi, i limiti e come le istituzioni possono adattarsi per rimanere autorevoli e credibili in un contesto in rapida evoluzione.
Cos’è la comunicazione istituzionale?
La comunicazione istituzionale comprende l’insieme delle attività con cui un’istituzione – pubblica o privata – comunica con i cittadini, i media, i dipendenti, le altre istituzioni e gli stakeholder. Si tratta di una comunicazione formale, che punta a:
- Informare in modo chiaro e trasparente
- Rafforzare la fiducia dei cittadini
- Gestire le emergenze
- Promuovere progetti e iniziative pubbliche
- Educare e sensibilizzare su temi di interesse generale
L’obiettivo è mantenere un rapporto costante e affidabile con il pubblico, attraverso canali ufficiali e linguaggi istituzionali.
L’intelligenza artificiale entra in scena
Con l’intelligenza artificiale generativa (come i modelli linguistici GPT), le istituzioni possono oggi:
- Produrre contenuti automaticamente, come comunicati stampa, testi per siti web, post social o risposte a domande frequenti
- Analizzare grandi volumi di dati, ad esempio per monitorare il sentiment online verso una campagna pubblica
- Tradurre testi in più lingue con buona accuratezza
- Creare chatbot istituzionali per rispondere in tempo reale alle domande dei cittadini
Questo non significa sostituire i professionisti della comunicazione, ma fornire loro strumenti capaci di aumentare produttività, efficienza e reattività.
I vantaggi per le istituzioni
L’adozione dell’AI nella comunicazione istituzionale offre numerosi benefici:
- Velocità: le risposte automatiche e la produzione assistita di contenuti permettono di rispondere più rapidamente alle richieste del pubblico.
- Riduzione dei costi: alcuni compiti ripetitivi possono essere automatizzati, riducendo il carico sul personale.
- Accessibilità multilingue: i messaggi possono essere diffusi in più lingue in tempo reale, raggiungendo un pubblico più ampio.
- Personalizzazione: l’AI permette di creare messaggi più mirati, anche in base ai comportamenti digitali degli utenti.
- Analisi predittiva: analizzando dati e interazioni, è possibile anticipare criticità o bisogni informativi della popolazione.
Le sfide e i rischi da affrontare
Non mancano però le criticità. Tra le principali:
- Affidabilità dell’informazione: un testo generato dall’AI può contenere errori, distorsioni o informazioni non aggiornate.
- Perdita del tono istituzionale: se non adeguatamente controllati, i contenuti automatici rischiano di allontanarsi dal linguaggio formale e autorevole tipico delle istituzioni.
- Privacy e sicurezza: l’utilizzo di sistemi AI comporta il trattamento di dati sensibili che vanno gestiti nel rispetto delle normative GDPR.
- Disinformazione: se usata in modo scorretto, l’AI potrebbe contribuire a diffondere notizie non verificate o manipolate, anche a livello istituzionale.
Un nuovo ruolo per il comunicatore pubblico
L’AI non elimina il ruolo del comunicatore, ma lo trasforma profondamente. Oggi è necessario:
- Avere competenze digitali avanzate per interagire con strumenti di AI
- Saper verificare e validare le informazioni prodotte automaticamente
- Mantenere una visione etica dell’uso della tecnologia
- Adattare il linguaggio istituzionale ai nuovi canali digitali senza perdere autorevolezza
Il comunicatore pubblico diventa così una figura ibrida, tra umanista e tecnico, tra redattore e data analyst.
Come prepararsi al cambiamento
Per affrontare al meglio l’integrazione dell’intelligenza artificiale nella comunicazione istituzionale, è importante:
Formare il personale sull’uso consapevole dell’AI
Sperimentare strumenti affidabili, anche open source
Stabilire linee guida interne per l’uso dell’intelligenza artificiale
Collaborare con esperti ICT, giuristi e comunicatori
Valutare l’impatto dei contenuti generati da AI sulla percezione dell’ente
Conclusione
L’intelligenza artificiale sta ridefinendo le modalità con cui le istituzioni parlano ai cittadini. Se ben gestita, può diventare un’alleata preziosa per una comunicazione più tempestiva, inclusiva e smart. Tuttavia, serve equilibrio: l’AI non sostituisce il pensiero critico, la competenza umana e il senso di responsabilità che devono guidare ogni messaggio istituzionale. La vera sfida è integrare la tecnologia senza perdere l’anima della comunicazione pubblica: trasparenza, fiducia e servizio al cittadino.