Influencer marketing: PR o pubblicità mascherata?

Negli ultimi anni, l’influencer marketing si è imposto come una delle strategie più efficaci per promuovere prodotti, servizi e brand. Ma dietro la facciata accattivante di post patinati e storie coinvolgenti si nasconde una domanda cruciale: è una vera attività di relazioni pubbliche o si tratta di pubblicità mascherata?

In questo articolo analizzeremo i confini tra PR e promozione, le implicazioni etiche e legali, e cosa dovrebbe fare un brand per costruire campagne di influencer marketing trasparenti e credibili.

La definizione: PR e pubblicità a confronto

Le relazioni pubbliche (PR) sono tutte quelle attività volte a costruire, mantenere e rafforzare la reputazione di un’azienda o di un marchio nel tempo. L’obiettivo è relazionale, non immediatamente commerciale. Si lavora sull’immagine, sulla fiducia, sulla percezione pubblica.

La pubblicità, al contrario, ha uno scopo diretto: promuovere la vendita di un prodotto o servizio. È una comunicazione controllata, pagata, dichiaratamente commerciale.

Nel mezzo, si colloca l’influencer marketing: i creator parlano di un brand, spesso dietro compenso o vantaggi economici, ma in modo apparentemente “spontaneo” e personale. Questa ambiguità crea confusione e accende il dibattito.

Quando l’influencer marketing è PR

Nel caso in cui un brand coinvolga un influencer per costruire awareness, reputazione o dialogo a lungo termine, si può parlare di PR. Ad esempio:

  • Una collaborazione continuativa tra influencer e brand dove il prodotto viene citato tra contenuti non sponsorizzati.
  • L’invito di influencer a eventi aziendali con copertura non obbligatoria.
  • L’invio di prodotti senza richieste di pubblicazione, dove la visibilità è una possibilità, non un obbligo.

In queste situazioni, l’influencer è trattato come un media, un “portavoce”, e il suo coinvolgimento mira a costruire relazione più che vendite immediate.

Quando è pubblicità mascherata

L’influencer marketing diventa pubblicità quando:

  • C’è un compenso diretto (economico o in prodotti) in cambio di contenuti obbligatori.
  • Il brand fornisce linee guida stringenti su cosa dire, come e quando.
  • L’influencer è tenuto a postare secondo un calendario preciso, con messaggi promozionali espliciti.

Se il contenuto è commissionato e pagato, anche se presentato con tono informale e personale, è pubblicità a tutti gli effetti. E dovrebbe essere dichiarato come tale, secondo le normative vigenti.

L’obbligo di trasparenza: la normativa

In Italia (come nel resto d’Europa), l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha chiarito che i contenuti sponsorizzati devono essere chiaramente riconoscibili. Le regole prevedono l’uso di hashtag come:

  • #adv
  • #sponsorizzato
  • #pubblicità

Oppure diciture esplicite nel contenuto stesso. L’obiettivo è tutelare il consumatore da pratiche ingannevoli e promuovere la trasparenza nella comunicazione digitale.

Chi non rispetta queste regole rischia sanzioni, sia per l’influencer che per il brand.

Il confine si fa sottile

Molti brand preferiscono lasciare l’influencer libero nella narrazione, pur stabilendo accordi economici. Questo rende difficile distinguere tra contenuti autentici e promozionali.

D’altro canto, alcuni creator segnalano le collaborazioni in modo trasparente ma riescono comunque a trasmettere autenticità, mantenendo alto l’engagement.

La chiave sta proprio qui: equilibrio tra trasparenza e naturalezza.

Perché i brand devono fare attenzione

Un brand che adotta strategie poco chiare rischia:

Danni reputazionali, se scoperto a “pilotare” testimonial senza dichiararlo.

Sanzioni legali, se non assicura la trasparenza delle collaborazioni.

Perdita di fiducia, da parte di follower e consumatori.

Meglio puntare su influencer realmente affini ai valori aziendali, capaci di creare contenuti autentici e dichiarati, piuttosto che forzare collaborazioni puramente commerciali.

Conclusione: PR, pubblicità o entrambe?

L’influencer marketing può essere sia PR che pubblicità, a seconda delle modalità con cui viene attuato. Non è tanto la piattaforma o la persona a definire il tipo di comunicazione, ma la natura dell’accordo e il livello di trasparenza.

I brand lungimiranti lo usano come ponte tra comunicazione e relazione, senza nascondere l’intento promozionale. E gli influencer più credibili sono proprio quelli che sanno dire: “Questo contenuto è sponsorizzato, ma lo condivido perché lo trovo utile”.La trasparenza non danneggia la fiducia: la rafforza. E nel mondo digitale, la fiducia è la moneta più preziosa.

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